domenica 8 febbraio 2009

A. A. A. Cercasi stato per asilo



2009-02-07 CAGLIARI - Riformare una Costituzione vecchia, alla quale hanno contribuito persone influenzate dall'ideologia sovietica, e chiarire le competenze che la Carta affida al potere esecutivo in materia di decretazione d'urgenza. (ANSA)



Non credo ci sia altro da aggiungere.

Il PD incredibilmente ha deciso che non manifesterà in autunno, come sua usanza, ma la prossima settimana.

Bene. Benissimo.
Come diceva un mio professore "meglio mai che tardi".

Da giorni il divorziato e massone Silvio Berlusconi, presidente del consiglio dei ministri, ha fatto suo l'appello dei cardinali al rispetto della vita umana in tutte le sue forme, forte delle sue convinzioni cattoliche.

Quindi ha cercato nell'ordine di:
-scavalcare la corte di cassazione, giudice supremo di ogni questione giurisdizionale. Le sue sentenze sono da considerarsi a tutti gli effetti leggi dello stato italiano, in quanto interpretazione ufficiale delle suddette. Berlusconi e il suo consiglio dei ministri hanno deciso che la sentenza della cassazione sulla vicenda Englaro non piaceva loro. Quindi era necessario cambiarla, tramite apposito decreto di legge.
-scavalcare il capo dello stato, firmatario e approvatore di ogni legge dello stato italiano, garante e responsabile formale di ogni provvedimento del parlamento di fronte ai cittadini italiani. Il presidente Napolitano ha infatti posto il veto di fronte a questo decreto legge proposto dal consiglio dei ministri dichiarandolo incostituzionale in quanto in contrasto col giudizio della cassazione (e non solo). Il presidente del consiglio ha quindi invitato Napolitano a fare un passo indietro.
-cambiare la costituzione bolscevica, dato che questa non gli ha permesso di eseguire i due suddetti scopi.

Qualcuno ha parlato di colpo di stato..

A tutto questo si puo' aggiungere l'immenso disgusto che si prova nel vedere il pretesto assunto da questi signori per fare queste cose, ossia una vicenda di infinita sofferenza umana come questa.
E che il caso di Eluana sia un pretesto è evidente persino ad un neonato, visto che a Berlusconi non è mai interessato nulla che non fosse il denaro, visto che ha anche spergiurato sulla testa dei propri figli.


In ogni caso l'ideale di democrazia per la quale Berlusconi intende riformare la costituzione è così riassumibile:

  • una "repubblica" presidenziale con elezione diretta del "presidente"
  • un "parlamento" privato delle sue funzioni, limitato a firmare le leggi passate dai ministri o dettate dal "presidente"
  • una legislazione effettuata secondo decretazione di urgenza
  • una "giustizia" subordinata e soggetta nemmeno al parlamento, ma direttamente al consiglio dei ministri
  • un capo dello stato ridotto a passacarte
  • una corte di cassazione non vincolante
  • una corte costituzionale nominata direttamente e totalmente dai politici

A questo punto non mi resta che farvi gli auguri.

P.S. Una nota di colore dagli amici leghisti in tempi di piena crisi finanziario-istituzionale

(ANSA) - ROMA, 5 FEB - L'Aula di Palazzo Madama ha approvato il disegno di legge Sicurezza. Il testo dovra' ora passare all'esame definitivo della Camera. Il ddl prevede, tra l'altro, la tassa per il permesso di soggiorno da fissare in una cifra tra gli 80 e i 200 euro, la schedatura dei clochard, la possibilita' per i medici di denunciare gli irregolari, la legalizzazione delle cosiddette 'ronde padane', ma non armate. Su questo provvedimento governo e maggioranza ieri erano andati 'sotto' 3 volte.

Per fortuna la camicia è verde e non nera, se no c'era da spaventarsi.
Ah e "non armate". Fiuuu.

domenica 28 dicembre 2008

I am Dc


Nelle scorse settimane c'è stato un lento, ma costante, lavoro da parte del PD per perdere ulteriormente consensi tra la popolazione italiana. A questo punto è difficile capire quanto ci sia di spontaneo e quanto di voluto.
Certo è che se la fanno apposta, sono veramente bravi.

Dopo essersi posti (a discapito degli altri partiti) come unico referente del centro-sinistra italiano, l'unica scelta possibile sarebbe stata quella di racimolare idee e valori dopo la diaspora elettiva, in modo da raccogliere sotto le proprie ali tutti gli elettori non più rappresentati in parlamento. Rinnovare le proprie classi dirigenti per assecondare le richieste degli elettori e portare aria fresca nel partito. Formare insomma un grande schieramento multiforme, rispettoso delle proprie tradizioni, ma pronto a rispondere alle esigenze degli italiani. Dopo di che sarebbe stato necessario fare quadrato intorno alle proprie certezze e iniziare ad attaccare l'avversario sui problemi reali, quelli riscontrati dai cittadini, e su quanto promesso in campagna elettorale (e non mantenuto), su alitalia ecc..

L'avversario, da parte sua, ha subito prestato il fianco a numerosissimi possibili attacchi, ha dimostrato la sua fragilità su più di un tema, e si è mostrato prevaricatore in molte occasioni, nelle quali sarebbe stato facile denunciarlo con estrema efficacia. Si sarebbe potuto comodamente smascherarlo, dimostrare che, come al solito (e in piena recessione), continuava a fare ciò che ha sempre fatto: i propri interessi.

Purtoppo non si è avuto nulla di tutto questo.
Nessuna battaglia sulle picconate alla costituzione (lodo Alfano ecc..), nessuna presa di posizione seria su Alitalia (che ci costerà parecchi soldi, mentre i guadagni andranno in tasca al PDuista Colaninno), nessun rinnovamento all'interno del partito (con gli scalatori indagati Dalema & c.), nessuna guerra furiosa contro le nuove leggi razziali (impronte ai rom, aggravante per i clandestini, scuole differenziate, ecc..), nessuna ritorsione per l'imposizione di Villari alla "vigilanza" Rai, nessuna adesione convinta e propositiva all'enorme consenso popolare delle manifestazioni contro le riforme Gelmini sulla scuola, nessuna battaglia a difesa del terzo potere, la giustizia, dall'ennesima (contro)riforma che puntualmente la rallenterà (se non peggio), nessuno sberleffo di fronte alla nuova tessera mussoliniana per il cibo, e sarebbe possibile continuare per ore.
Nulla.
Forse una manifestazione a ottobre, al circo massimo, da rockstar, di Walter Veltroni. Autoreferenziale e inutile come i proclami di Stalin.

Al contrario si è deciso di adottare una strategia autodistruttiva. Magari a ragione, chissà, la storia farà da giudice su questa scelta. Dopo avere raccolto e concentrato i voti di tutta la sinistra italiana, l'idea è buttarli al macero, al fine di sbaragliare definitavamente qualunque rimasuglio di forze progressiste in italia. Dovremo accontentarci dei conservatori.
W il bipolarismo.

Che questo stia accadendo lo dimostrano i dati, ma volendo è possibile rintracciare anche i fatti.
Un esempio di qualche tempo fa, con la comica LaTorre-Bocchino.



La prima analisi della vicenda è: Latorre del PD si è fatto beccare cercando di aiutare Bocchino del PDL. E perchè l'avrebbe fatto? Veltroni dà la colpa alla corrente Dalemiana che rema contro Di Pietro, la corrente Dalemiana risponde (a conferma?) incolpando Di Pietro e la sua rigidità nella scelta del presidente della vigilanza. Già qui ci sarebbe da discutere, e questo potrebbe sembrare il problema, ma la vera analisi è quella più profonda. 
Latorre pensava  davvero che avrebbe potuto passare tranquillamente un pizzino durante una trasmissione tv, con 4 telecamere puntate su di lui, senza farsi beccare? Le risposte sono due.
O è un grandissimo allocco, o l'ha fatto apposta.
Il perchè (ritorsione, intento ben preciso?) lo lascio all'interpretazione di ciascuno ma il risultato è certo: migliaia di elettori persi.
E le cose non accadono per caso.

Per quanto mi riguarda credo la colpa sia del PD in toto, marcio dalle fondamenta, dall'epoca della Bicamerale e degli incuici di Violantiana memoria ( http://it.youtube.com/watch?v=swntE1iWB5Y ).

Un altro esempio di questa ottima strategia è stato il recente ginepraio di inquisiti nel PD.
Comuni "sinistri" sciolti, pubblici amministratori Partiti Democratici e finiti in manette, berlusconi che parla di questione morale (a conferma della svolta comunista di Silvio).
Tutta una rete di rapporti e favori illeciti perpetrata da uomini di partito, che potrebbe (magari!) alludere a una nuova tangentopoli.

Che farà il partito che discende da leader quali Gramsci e Berlinguer?
Risposta del PD (corrente DS): è colpa della Margherita.
Risposta del PD (corrente Margherita ma non solo): la colpa è della magistratura. O tuttalpiù di Di Pietro (in coro con Casini). Urge riforma bipartisan della giustizia.
Ovvero le stesse risposte che diede il PDL in occasioni analoghe.
Ovvero le stesse risposte che dettero i partiti all'alba di Mani Pulite.

Nessuna inchiesta interna, nessuna richiesta di dimissioni (se non quella a Di Pietro), nessuna lavata di abiti sporchi in pubblico.
I risultati, che sono l'unica cosa che conta?
Anche qui gli stessi: migliaia di elettori persi nel PD.

A questo punto chi si ritroverà a votarli?
I berlusconiani delusi?

O come disse profeticamente guzzanti, l'intento del PD è quello di proporsi come una grande alternativa a Berlusconi, sicuro della propria identità del più grande partito di centro italiano?


Si potrebbe cambiare slogan: "PD: Io c'entro".
Oppure mettersi a piangere.

domenica 16 novembre 2008

The italian stallion


Tralasciando l'ultima uscita (nonchè la prima, record singolare) su Obama, il nostro Presidente del Consiglio non è nuovo a gaffe diplomatiche internazionali, credo volte come al solito a rilanciare l'immagine nel nostro paese del mondo.
Tuttavia in questo periodo sembra passata una nuova moda tutta nostra: smentire se stessi oltre il buongusto e il ridicolo.
Nei mesi e mesi scorsi c'è stato un susseguirsi di parlamentari e portavoce pronti a rimangiarsi oltre il possibile dichiarazioni fatte poche ore prima da altri parlamentari o portavoce od addirittura da loro stessi.
Anche la figura più importante del Governo della Repubblica Italiana non ha voluto essere da meno e, forse allenato da anni di questo sport (raccolto meravigliosamente in libri come "Le mille balle blu" di Marco Travaglio), ha voluto sfoderare alcuni colpi da maestro.
Il primo riguarda le manifestazioni contrarie all'operato della neo-ministra Gelimini e alle sue leggi.

Ecco un video pescato a caso da youtube:


Le possibilità sono due: o sono due persone diverse o, se sono la stessa persona, si è smentito da solo, ed in modo veramente goffo.
Il problema è che un ubriacone da bar può dire domani il contrario di quello che ha detto oggi, non il primo ministro di una nazione che fa parte del g8.
E soprattutto non può farlo quando parla di cose così delicate (e a mio modo di vedere gravi) come impiegare le forze armate in abiti di manifestazioni studentesche.
Tuttavia ha dato il meglio di se proprio oggi, in occasione del volo di ritorno dal g20 negli Usa in Italia.
Forse sull'onda della nuova entrata dell'Italia nel Patto di Varsavia assieme agli amici Putin e Medvedev, si è voluta recuperare una storica e beneamata tradizione russo-comunista: il grande fratello non può morire.
Tutti i giornali italiani hanno citato la notizia di un malore avuto da Berlusconi in aereo al ritorno dal g20.
Ma no, come in passato facevano Stalin e co. e più recentemente Fidel Castro o Kim-Jong II, Berlusconi non può stare male. E' impossibile.
Piuttosto i suddetti leader vengono "imbalsamati" o imbottiti di pillole e trasportati in giro come trofei per fare vedere ai sudditi che "il re è vivo" e veglia su di tutti noi dall'alto del suo scranno.
Questo avviene nelle dittature, dove la malattia o la morte di un leader carismatico o (più comunemente) sanguinario possono causare il crollo di un intero regime.
Berlusconi è così. Vuole estendere la barriera della vita a 120 anni. Ci crede sul serio e quindi dobbiamo preoccuparci veramente che questo avvenga.
E' un ultrasettantenne ma ha dichiarato "Ho gagliardia di un ventenne" (a meno che non smentisca).
A questo punto dobbiamo augurarci per lui che la morte non lo colga alla sprovvista defraudandolo di questi meravigliosi piani.

martedì 14 ottobre 2008

Capitalismo (im)perfetto


Orbene, dopo anni di tagliare tassi e raschiare il barile le organizzazioni che vigilano (o dovrebbero vigilare) sull'economia mondiale si sono dovute arrendere: la crisi c'è e anche nascondendo la polvere sotto il tappeto, questa rimane comunque in giro per casa. E l'aria è irrespirabile.

Nella settimana dal 6 al 10 ottobre 2008 si è avuto uno dei peggiori crolli che la finanza mondiale abbia mai registrato dai tempi della grande depressione.

I mercati di tutti i paesi industrializzati hanno perso decine di punti ciascuno.

L'analisi delle cause di questa situazione non è sicuramente facile ne tantomeno sicura. I fattori che sono entrati in gioco sono tanti e difficili da attribuire.

Dalle guerre che stanno destabilizzando il medio-oriente in questo inizio secolo, alle discutibili politiche sui mutui americani, dallo scellerato ricorso a strumenti finanziari strutturati e derivati da parti di banche e istituzioni, all'apertura (senza una adeguata preparazione) a mercati molto competitivi come quelli cinesi e indiani, e così via.

Studiare i motivi di questa crisi è quindi molto complesso e per ottenerne un resoconto affidabile sarebbe necessario consultare esperti di economia, finanza e politica sociale, cosa che immagino stiano cercando di fare anche le istituzioni di controllo per arrivare al nocciolo del problema.

Quello che in questa sede possiamo fare è provare a prevederne i risultati e valutarne eventuali responsabilità (per quanto ci è dato conoscere), nonchè analizzare il fenomeno nel suo complesso.

Che cosa succederà è presto detto: i governi di tutti i paesi industrializzati stanzieranno aiuti di stato per salvare i mercati e l'economia ed evitare una crisi come quella del 1929, che fa paura a tutti, anche a quelli che l'hanno causata.

Chi ci perderà? Facile anche questa. Noi tutti. Tutti quelli che dovranno pagare, tramite tasse e strozzinaggi vari, i contentini per salvare le varie banche e i vari istituti di speculatori. Noi, che nonostante questi aiuti ci buscheremo comunque dei rialzi da capogiro in molti settori, come quello bancario e assicurativo, e che se, come credo, i mercati delle merci ne risentiranno, avremo aumenti anche nel prezzo dei beni di comsumo.

Chi vincerà? I soliti. Coloro che hanno fatto le cicale fino ad ora, fregandosene dell'inverno e sperando (a ragione) che come al solito alla fine a pagare siano sempre le formiche. Manager di banche che hanno venduto aria fritta per intascarsi le stock options. Banche che hanno venduto derivati a chi non sa nemmeno cos'è un obbligazione e mutui a chi non può pagarli, ma ora beneficieranno degli aiuti per salvare la nostra povera economia. Brokers ancora una volta pronti a godersi i guadagni delle speculazioni ma elemosinanti salvagenti quando le scommesse vanno male. Furbetti che comprano adesso che i prezzi sono crollati essendo però sicuri che qualcuno rimpinguerà profumatamente le tasche alle povere aziende fallite.

Andando in cerca di responsabilità si rischia di perdersi in quelle dei singoli, come quelle italiane con la "finanza creativa" (vedere la puntata di report del 14 ottobre 2007, un anno fa, per credere), ma il discorso che si deve fare è più ampio, e coinvolge la definizione stessa di capitalismo.

I paesi industrializzati (america in primis) si sono vantati per anni di attuare il fior-fiore del capitalismo perfetto. Con un dollaro investito oggi puoi essere un signore domani. Self-made man.

Io investo e rischio i miei soldi, li faccio girare, speculo e non ho bisogno di nulla, quindi voglio che tu stato mi chieda il meno possibile (altrimenti in italia ci si sente moralmente costretti ad evadere come disse un noto premier). Libera impresa in libero mercato. Non voglio controlli o ingerenze, il mio fine è il profitto e lo inseguo come meglio mi pare.

Non sono un privilegiato, se gli investimenti mi vanno male, da ricco milionario rischio di diventare da un giorno all'altro barbone, homeless. Sono sempre pronto, se accetto il sistema capitalistico, a pagare, dall'oggi al domani, magari per uno sbalzo del mercato dovuto a una bufala, prezzi salati.

Tutto questo per me ci sta. Non ho nulla contro chi rischia i propri soldi e cerca di trarne guadagno. Anzi, potrei persino averne ammirazione e rispettare un sistema meritocratico come quello capitalista.

Il problema è che però, quando i nodi vengono al pettine, che succede? Hai sbagliato? Paghi.

Qui invece no, tutti a tirare indietro la manina. Tutti a invocare lo stato salvatore. Tutti a urlare alla crisi, a chiedere in ginocchio di salvare l'economia, se no peggio per voi.

E lo stato cosa fa? Paga.

Cosa dovrebbe invece succedere per le regole del capitalismo? Chi ha sbagliato paga: le aziende falliscono e tutti a casa. Chi ha commesso atti fraudolenti in carcere (e non qualche mese, ma anni). La prossima volta eviteranno di fare ciò che hanno fatto. L'economia crolla? Pazienza. Questo è il capitalismo. A volte con 100 dollari fai un impero, a volte fallisci miseramente.

Alternative? Non dentro al capitalismo (se non in quello reale, col culo degli altri) (il nostro).

L'alternativa (fuori dal capitalismo cieco) ci sarebbe, ed è che lo stato paghi sì le banche, ma poi queste diventino di sua proprietà (nostre). In questo modo magari le stesse smetteranno anche di strozzinare i clienti con scoperti di conto corrente del 15% e interessi del 0,025%. Magari la smetteranno di rifilarci titoli bufala per lucrare coi nostri soldi. O almeno a guadagnarne sarà lo stato (cioè noi) e non qualche manager con stipendi milionari e responsabilità nulle.

Purtroppo questo non avverrà mai sia per l'ipocrisia di chi ha proposto e supportato questo modello di capitalismo "perfetto" (solo a parole) senza volerne pagare le conseguenze, sia per l'enorme potere e influenza politica che le banche ancora detengono, nonostante i presunti fallimenti e bancarotte.

Per finire una bella favoletta che ben riassume l'accaduto in termini monetari subito comprensibili per capire come finiranno queste "perdite in borsa" (che perde sempre ma non si sa mai chi guadagna).

Cosa succederà alla fine? Che per tutelare i 1000 euro che ho in banca dal suo fallimento dovrò spendere 1000 euro in tasse (o aiuti di stato) per salvare la suddetta banca. In sostanza non solo i miei 1000 euro non ci saranno più ma dovrò anche tirarne fuori altri 1000 sperando fiducioso che almeno questa volta li trattino meglio.

Business as usual.

domenica 5 ottobre 2008

Più sicurezza per tutti



La strategia di gestione dell'ordine pubblico pare finalmente essersi evoluta.

Dopo i lassismi di questa sinistra si è finalmente tornati all'ordine e alla sicurezza vere, modello "Genova 2001".

Ossia prima le botte poi (forse) le domande.

Il caso di cronaca che ha visto protagonista Emmanuel Bonsu è l'ultimo prodotto di una serie fortunata di avvenimenti probabilmente mirati a rilanciare l'immagine del nostro paese nel mondo e per guidarlo felicemente all'interno delle comunità internazionali e dell'europa.

Si tratta sostanzialmente di un misto di negazione dei diritti fondamentali dell'uomo, razzismo, malapolitica e malainformazione.

Ricapitoliamo i fatti.

Lunedi 29 settembre 2008. Parma. E' sera. Emmanuel Bonsu, 22 anni, ghanese, si trova nella sua scuola, l'Itis di Parma, per seguire le lezioni serali alle quali è iscritto. Entra in aula e appoggia qui la sua cartella, pronta per la lezione dell'ora successiva. Decide di fare due passi nel parco di fronte alla scuola, forse per prendere una boccata d'aria, forse per fumare una sigaretta, forse per altro. Uscito nel parco incontra alcuni individui, scopertisi poi agenti della polizia municipale in borghese. E qui le versioni divergono.

Secondo Emmanuel questi lo avrebbero bloccato alle spalle e cercato di immobilizzarlo. Lui avrebbe cercato di divincolarsi e fuggire da questi sconosciuti (magari rapinatori o peggio). Vi sarebbe stata una colluttazione in cui sarebbero sopraggiunti altri poliziotti in borghese e sarebbero riuscito ad immobilizzarlo. A questo punto avrebbero iniziato a pestarlo e insultarlo, per poi trascinarlo in macchina e alla centrale, continuando a percuoterlo nel viaggio ed anche arrivati.

Secondo la versione ufficiale della municipale i poliziotti si sarebbero invece presentati mostrando il tesserino e Emmanuel sarebbe scappato. Avrebbero cercato di fermarlo, ma questi si sarebbe opposto all'identificazione in modo violento, ferendo alcuni agenti. Questi lo avrebbero quindi arrestato e portato alla centrale e identificato.

Quel che è sicuro è che Emmanuel porta evidenti segni di pestaggio e violenze. Trauma cranico e contusioni varie, compreso un occhio visibilmente tumefatto. Secondo la versione ufficiale ottenuto inciampando e cadendo.

A questo punto il racconto di Emmanuel continua. In cella sarebbe stato fatto denudare e perquisito, per poi essere interrogato e trattenuto per ore, prima di essere rilasciato senza alcuna accusa. All'uscita gli sarebbe stata resa una busta con gli oggetti personali recanti l'epiteto "emanuel negro" (con una sola "m").

La spiegazione della polizia riguardo all'accaduto (e se ne sono susseguite diverse) è quella che i poliziotti in borghese stessero svolgendo un'operazione anti-droga e avrebbero voluto identificare Emmanuel in quanto sospettato spacciatore o complice dello spacciatore.

Al di là delle effettive indagini sull'accaduto che sono ancora in corso (si spera in mani più esperte di quelle della municipale), proverò a tirare fuori a caldo alcune opinioni.

Com'è possibile che un sospettato di un reato venga pestato a sangue, insultato e trascinato in centrale, dopodichè denudato e perquisito e rinchiuso in una cella (forse per fargli firmare qualche confessione), per poi essere rilasciato dopo qualche ora come nulla fosse?

In che razza di paese ci troviamo? Nel cile degli anni settanta?

C'è in italia una costituzione (forse alcuni se ne sono dimenticati) che garantisce diritti inviolabili a tutti i cittadini e i residenti sul territorio italiano. Diritti fondamentali dell'uomo. La costituzione garantisce inoltre diritti aggiuntivi proprio agli imputati di reato: diritto a vedersi contestato il nome del reato, potere parlare con un proprio avvocato, avere diritto ad un giusto processo, e così via.

Non essere pestato e insultato gratuitamente solo perchè sospettato di questo reato.

Senza poi parlare della componente razzista, che, nonostante a mio parere sia secondaria in questa storia rispetto al tema dei diritti umani, è parimenti scandalosa. Insulti di matrice razzista sia durante che dopo l'arresto. E se a sangue caldo, cioè durante le colluttazioni, siano "comprensibili" (ma non giustificabili), a sangue freddo, ossia durante gli interrogatori, la detenzione e il rilascio, non lo siano affatto, e tanto meno giustificabili.

Un sospettato di reato viene trasportato dopo l'arresto in centrale, e viene qui insultato con epiteti di stampo razziale. Lo stesso accade durante la detenzione e al rilascio viene apostrofato sui verbali, quasi "marchiato", con l'appellativo di "negro". Come ad evocare il triangolo blu apposto negli infausti campi per identificare gli immigrati.

Vi rendete conto?

Stiamo parlando degli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana, e di due dei più importanti diritti garantiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Non so se avete capito appieno..

Proseguendo in questa analisi non si può non parlare anche delle responsabilità politiche nella vicenda.

Si potrebbe parlare di quelli che sono, a mio parere, continui incitamenti xenofobi e razzisti che vengono continuamente lanciati da alcuni partiti (con la complicità dei media, di cui parlerò dopo), ma voglio sperare che in questa vicenda possano centrare poco. Centrare poco almeno nella vicenda dell'arresto di Emmanuel, che spero sia scaturita da un tragico errore.

Quello di cui si può sicuramente parlare è della pessima gestione della pubblica sicurezza da parte di questo (ma non solo) governo.

Anzichè proporre (e finanziare) seri riassetti del sistema poliziesco, volti a contrastare le sfide criminali del nuovo millennio (la più che mai florida mafia, i traffici di droga, la tratta delle bianche, le truffe finanziarie con crack multimilionari) si cerca di arrivare a un sistema da far west americano, con gli sceriffi che fanno rispettare le (proprie) leggi nel proprio piccolo villaggio con le buone o le cattive. Ricordate le "taglie" che poneva la Lega sugli immigrati sospettati di reato? O il poliziotto di quartiere? O l'esercito nelle piazze (con qualche soldatino di leva a farsi vedere in giro per il centro)? O gli attuali super poteri ai sindaci?

Questi sono i risultati.

Personale che, magari nonostante l'impegno, non è adatto ai compiti al quale è affidato. Non per malafede, ma per carenza di addestramento e organizzazione. Polizia municipale che anzichè salvare vite i sabati sera scambia studenti per spacciatori e li pesta per sicurezza. Carabinieri che con una manciata di persone e qualche vettura senza benzina devono contrastare organizzazioni criminali internazionali con fondi e conoscenze estesissime.

Insomma una disastrosa politica dell'apparire, che non porterà altro che disgrazie, e porterà in galera solo prostitute (non gli sfruttatori, che non si sa mai) e senzatetto. O indiani.

Infine i media.

Media come ad esempio quelli locali di Parma, che il giorno dopo all'accaduto si adagiavano sulle versioni della municipale, condannando Emmanuel come "palo dello spacciatore" e dicendo che a darsi del "negro" era stato lui stesso.

O media come quelli televisivi nazionali, che per anni ci hanno fatto (e fanno) percepire gli immigrati come un problema e non una risorsa, citando ogni possibile reato commesso da extracomunitari irregolari e tralasciando qualunque reato commesso da concittadini, e senza mai parlare delle organizzazioni che stanno dietro a questi criminali.

Media iper-garantisti verso criminali condannati in primo grado, in appello o addirittura in via definitiva per bancarotte e frodi finanziarie che hanno rovinato migliaia di famiglie, ma pronti a gridare all'assassino il giorno dopo che un ragazzino viene fermato non si sa per quale motivo, senza neanche un'ipotesi di reato sostenuta da una prova.

La loro responsabilità in questi avvenimenti è almeno paritaria a quella politica. Forse meno grave solo perchè "succube" di questa.

La domanda a questo punto è: dove dovremo arrivare prima di capire che è troppo? Ci sarà un qualche evento che ci farà svegliare e riprendere coscenza tutti?

O faremo la fine dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale, arrivati a non accorgersi delle tragedie di cui erano protagonisti perchè assuefatti poco a poco?

giovedì 2 ottobre 2008

L'arte del (far) parlar d'altro


Da qualche tempo dopo le elezioni pare che in Italia siano scoppiati una marea di incredibili problemi da risolvere, problemi che fino ad allora non sembravano così pressanti.

Nemmeno dalle campagne elettorali.

In ordine sparso: la necessità del maestro unico alle elementari, l'improrogabilità del grembiule a tutti gli studenti, le impronte ai rom, la prostituzione sulle strade...

Tutte cose interessanti, per carità. Sia dal punto di vista etico che culturale.

E noi lì, tutti a discuterne, ognuno con le proprie ragioni, le sue convinzioni: è giusto, non è giusto, ci vuole disciplina, ci vuole tolleranza, si risolverà il problema, non si risolverà, è la strada giusta, è la strada sbagliata, e così via.

Tutto in nome del dialogo sereno e del confronto. In pace e in amicizia.

Qual'è il problema in questo clima idilliaco?

Il problema è: a quanti di voi uno dei suddetti temi interessa realmente? Quanti di voi hanno scelto che schieramento votare a seconda di questi temi?

Quanti di voi ritengono prioritario allo stato attuale del paese (crisi latente) togliere le prostitute dalle strade? O quanti ritengono che nonostante l'aumento iperbolico dei prezzi dei beni sia utile parlare di grembiuli nelle scuole?

Più esplicitamente?

Che ve ne frega (o quanto ve ne frega) di questi temi? Immagino poco.

In ogni caso sicuramente alla maggior parte degli italiani interessano poco. Molti sondaggi effettuati (ad esempio http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/) danno un idea ben precisa dei temi di maggior interesse per gli italiani.

Costo della vita. Lavoro e disoccupazione. Rilancio dell'economia.

Questi sono i temi che interessano agli italiani, anche perchè sono quelli che li toccano realmente nel vivo.

E' quindi utile domandarsi: quali sono le risposte che questo governo sta dando a questi temi? O, quanti dibattiti e tavoli condivisi sono stati aperti su questi temi?

La risposta ad entrambe le domande è nessuno.

La realtà purtroppo è che questo governo non ha alcun interesse a parlare o a risolvere alcuno dei suddetti problemi.

Le priorità del presidente del consiglio (quelle vere, non i grembiulini o le prostitute) sono sempre le solite: bloccare gli ennesimi processi saltati fuori a suo carico, e salvare la sua roba.

Mentre il paese va a rotoli lui propone le seguenti riforme:

  • blocca processi, cioè bloccare 100000 processi ritenuti "di poca importanza" (compreso il suo) a favore di altri "di maggior allarme sociale"
  • lodo Alfano, cioè dare l'impunità completa alle più alte cariche dello stato (compreso lui) da qualunque processo penale
  • leggine salva rete 4, per salvare nuovamente rete 4, che da anni doveva sloggiare sul satellite, anche dopo le sentenze della corte europea e del consiglio di stato italiano
  • eccetera...

Tuttavia sa bene che i suoi elettori questa volta non gli perdonerebbero ciò che aveva fatto gli scorsi 5 anni, cioè i fattacci suoi.

Quindi, ecco quà il diversivo! Grembiuli nelle scuole, impronte ai rom, via le prostitute dalle strade.

Ci butta in pasto cose su cui discutere, che nemmeno si sà se verranno presentate in parlamento, o attuate realmente, e se avranno o meno una reale efficacia.

Quello che conta, è far parlare d'altro.

Tenere lontano gli occhi della gente mentre lui fa ciò che sa meglio fare: i suoi interessi.

martedì 30 settembre 2008

Ri - Rifondazione comunista


Dopo tanto tirare alla fine la corda si è spezzata.

Ebbene si, da qualche mese non siamo più i fortunati finanziatori di partiti come Affondazione Comunista, Consumisti Italiani e Verdi di Rabbia. La Sinistra l'Arcobaleno (sic) ha fallito miseramente la soglia di sbarramento alla camera del 4% ed addirittura quella al senato dell'8% (anche in regioni come liguria, emilia-romagna e toscana), quindi è ufficialmente (e finalmente) fuori dal parlamento italiano.

Non che se ne senta la mancanza, per carità.

Sarebbe tuttavia interessante valutare il percorso che ha portato una coalizone di partiti che smuoveva qualcosa come 8 milioni di elettori (11%) ad arrivare alla disfatta con 2 milioni di votanti e percentuali intorno al 3% (scarso). E' un percorso sicuramente NON lastricato di buone intenzioni, i cui risultati sono riusciti a rivelarsi addirittura più negativi di quello che i singoli si erano sforzati di ottenere.

Per raccontare questo percorso si può partire da tanti punti, quindi perchè non partire dalla fine?

E' la sera del 14 aprile 2008. Ex-sessantottini militanti, rivoluzionari che dicono di ispirarsi ai partigiani della resistenza e incalliti fumatori di sigari cubani si trovano tutti per prepararsi a festeggiare i risultati delle elezioni politiche. Dove, direte voi? In un centro sociale? In una comune? In un quaritere disagiato della periferia di Roma? Sotto un monumento ai caduti? In una sede del Partito? Vabbè dai, in una piazza? In un parco? Dove?

Ma no, che avete capito? All'Hard Rock Cafe di Roma! Perchè "ffa ggiovane". A sorseggiare mojito e cuba libre (da 8 euro l'uno) pensando all'amico Fidel e al compagno Trotsky, e sentendosi dei piccoli rivoluzionari con la sciarpina di Kashmir. A sventolare bandiere rosse su via Veneto, perchè anche la rivoluzione si può fare coi guanti di seta.

Questa semplice situazione, che definire grottesca è dir poco, basterebbe per rappresentare ed esemplificare l'intero percorso dello sfascio della sinistra italiana.

Un percorso costante di alienazione verso l'unico referente che dovrebbe avere un partito (a maggior ragione di ispirazione comunista): la popolazione.

Un cammino (iniziato da parecchi anni) di continuo distacco, di perdita di contatto con il proprio elettorato, di elucubrazioni sul "pvoletaviato", sulla proprietà privata, sul marxismo, sulla lotta di classe, affrontato sorseggiando ottimi vinelli nei salotti buoni della società romana.

Ma torniamo alla serata a tempo di musica "ggiovane" dell'Hard Rock Cafè di Roma. Le prime proiezioni iniziano ad arrivare (gli exit-poll per non scontentare nessuno davano grosso modo le stesse percentuali delle scorse elezioni).

E' il disastro.

Ora, quello che ciascuna persona con un minimo di dignità avrebbe fatto di fronte a quei dati sarebbe stato precipitarsi a casa, chiudere bene porte e finestre e non tirare fuori il naso neanche una settimana dopo. Invece no, i compagni sinistri si affrettano a commentare a caldo, anzichè nascondere la testa sotto la sabbia.

Da un prima analisi la colpa del clamoroso fiasco è tutta dell'ex compagno Walter. Il gaglioffo, geloso dei loro successi, li ha boicottati miseramente, invitando il povero elettorato inconsapevole al voto utile e sottraendo al Partito i voti necessari alla giusta rivoluzione proletaria. Qualche dissidente invece è convinto che il problema sia chiaramente stato quello di unire i tre partiti in uno solo, aiutato nell'analisi dal paragone con quello che successe alla gloriosa unione sovietica, il gigante dai piedi di argilla. Dopo qualche ora però fortunatamente si scopre la verità, per bocca di un altro scaltro commentatore. E' colpa del nuovo simbolo, che, seppure ricco di classe e chic al punto giusto, ha tralasciato l'ormai storico emblema della osannata rivoluzione socialista, la falce ed il martello, e gli elettori si sono sentiti spaesati. A tarda serata qualche sparuto ed intrepido analista (sicuramente in malafede) prova addirittura a buttare lì un presunto "distacco col pvoletaviato".

La realtà, che purtroppo tutti ben conosciamo, è che il partito ha completamente perso credibilità di fronte ai suoi elettori. I vari Bertinotti, Diliberto, Giordano, Pecoraro Scanio si sono affannati nel tempo a discutere di problemi attuali forse nella russia di fine ottocento, più che nell'Italia del 2008. Hanno sfoggiato un incredibile distacco dalla realtà e dalle sue tematiche. Hanno dimostrato non solo di non sapere proporre risposte concrete a problemi di tutti i giorni, ma nemmeno di sapere riconoscere ed analizzare questi problemi.

Durante la campagna elettorale non sono stati in grado di dare risposte alle tematiche che ponevano i cittadini: sicurezza (anche solo per dire che il problema non esiste), lavoro, sanità, abitazioni, mutui, aumento dei prezzi, immigrazione.

Niente di niente. Nemmeno capaci di raccontare frottole, intenti come erano a parlare di lotta di classe.

Invece se c'è qualcuno che (sembra) avere preso sul serio i rifondaroli questo è stato il partito dei prescritti in libertà (o meglio, i suoi elettori). I partiti di destra hanno infatti pestato particolarmente su alcuni tasti durante la campagna elettorale, cioè quello del pericolo rosso, del "comunismo al potere da 50 anni" (mentre grosso modo dal dopoguerra sono stati al governo un paio d'annetti), tali da domandarsi a chi abbia veramente giovato la candidatura di questa formazione alle elezioni.

Tornando a quella sera, il resto è storia. Il disasto totale, la fuoriuscita dal parlamento, le dimissioni di Bertinotti, le scissioni e così via.

Ecco, se un punto di cui essere soddisfatti esiste, questo è proprio a favore del compagno Fausto. Intendiamoci, le sue responsabilità restano gravissime. Dalla caduta del primo governo Prodi alla disastrosa gestione del partito negli anni a seguire. Dal continuo ricandidarsi come segretario anzichè lasciare il posto a facce nuove alle decisioni irrispettose prese verso i propri elettori (ad esempio riguardo ai finanziamenti di guerra). Per non parlare poi delle infinite e insopportabili comparsate a "Porta a Porta" per discutere dell'abolizione della proprietà privata. Sembra addirittura sia stato invitato più volte di Berlusconi (forse perchè più bravo di lui a spostare voti a destra). La responsabilità più importante è tuttavia quella di avere fatto pochissimo di quanto promesso sul piano sociale (precariato in primis).

Detto questo un merito bisogna comunque attribuirglielo: sembra si sia finalmente levato di torno.

Ebbene si, siamo arrivati a questo punto: dovere rallegrarsi quando un settantenne che ha portato il proprio partito allo sfacelo decide di rassegnare spontaneamente le dimissioni a favore di qualcuno più giovane. In tempi come quelli attuali bisogna rallegrarsene e festeggiare con sommo gaudio, sperando magari che qualcun'altro, qualcuno americano a parole ma poco a fatti, prenda il buon esempio e dopo avere trascinato il proprio partito alla sconfitta, si dimetta per fare un bel viaggetto in qualche paese, ad esempio in Africa (sperando che non faccia i danni che ha fatto qua alla sinistra perchè non ne hanno bisogno).

Due ultime parole. Quale futuro possono avere le formazioni che si unirono nella sciagurata alleanza "la Sinistra l'Arcobaleno" (mi piacerebbe discutere con qualche accademico della Crusca riguardo a questo nome) (o con qualche esperto di marketing e comunicazione)?

Nessuno. L'unica opportunità di salvare un minimo di consenso è un completo ripensamento (una rivoluzione, compagni) dell'intera struttura organizzativa. Dirigenti nuovi, quadri nuovi, organizzatori nuovi. Possibilmente giovani. Gente capace di riottenere il consenso perso su base territoriale, di mostrare le proprie competenze e le proprie idee (possibilmente nuove) sui giusti canali di comunicazione.

Prendere l'albero, sfrondarlo, tagliarlo via tenendo magari le radici buone e trapiantarlo su terreno fresco e fertile.

Cosa che, viste le attuali dirigenze, mi sembra impossibile.