martedì 14 ottobre 2008

Capitalismo (im)perfetto


Orbene, dopo anni di tagliare tassi e raschiare il barile le organizzazioni che vigilano (o dovrebbero vigilare) sull'economia mondiale si sono dovute arrendere: la crisi c'è e anche nascondendo la polvere sotto il tappeto, questa rimane comunque in giro per casa. E l'aria è irrespirabile.

Nella settimana dal 6 al 10 ottobre 2008 si è avuto uno dei peggiori crolli che la finanza mondiale abbia mai registrato dai tempi della grande depressione.

I mercati di tutti i paesi industrializzati hanno perso decine di punti ciascuno.

L'analisi delle cause di questa situazione non è sicuramente facile ne tantomeno sicura. I fattori che sono entrati in gioco sono tanti e difficili da attribuire.

Dalle guerre che stanno destabilizzando il medio-oriente in questo inizio secolo, alle discutibili politiche sui mutui americani, dallo scellerato ricorso a strumenti finanziari strutturati e derivati da parti di banche e istituzioni, all'apertura (senza una adeguata preparazione) a mercati molto competitivi come quelli cinesi e indiani, e così via.

Studiare i motivi di questa crisi è quindi molto complesso e per ottenerne un resoconto affidabile sarebbe necessario consultare esperti di economia, finanza e politica sociale, cosa che immagino stiano cercando di fare anche le istituzioni di controllo per arrivare al nocciolo del problema.

Quello che in questa sede possiamo fare è provare a prevederne i risultati e valutarne eventuali responsabilità (per quanto ci è dato conoscere), nonchè analizzare il fenomeno nel suo complesso.

Che cosa succederà è presto detto: i governi di tutti i paesi industrializzati stanzieranno aiuti di stato per salvare i mercati e l'economia ed evitare una crisi come quella del 1929, che fa paura a tutti, anche a quelli che l'hanno causata.

Chi ci perderà? Facile anche questa. Noi tutti. Tutti quelli che dovranno pagare, tramite tasse e strozzinaggi vari, i contentini per salvare le varie banche e i vari istituti di speculatori. Noi, che nonostante questi aiuti ci buscheremo comunque dei rialzi da capogiro in molti settori, come quello bancario e assicurativo, e che se, come credo, i mercati delle merci ne risentiranno, avremo aumenti anche nel prezzo dei beni di comsumo.

Chi vincerà? I soliti. Coloro che hanno fatto le cicale fino ad ora, fregandosene dell'inverno e sperando (a ragione) che come al solito alla fine a pagare siano sempre le formiche. Manager di banche che hanno venduto aria fritta per intascarsi le stock options. Banche che hanno venduto derivati a chi non sa nemmeno cos'è un obbligazione e mutui a chi non può pagarli, ma ora beneficieranno degli aiuti per salvare la nostra povera economia. Brokers ancora una volta pronti a godersi i guadagni delle speculazioni ma elemosinanti salvagenti quando le scommesse vanno male. Furbetti che comprano adesso che i prezzi sono crollati essendo però sicuri che qualcuno rimpinguerà profumatamente le tasche alle povere aziende fallite.

Andando in cerca di responsabilità si rischia di perdersi in quelle dei singoli, come quelle italiane con la "finanza creativa" (vedere la puntata di report del 14 ottobre 2007, un anno fa, per credere), ma il discorso che si deve fare è più ampio, e coinvolge la definizione stessa di capitalismo.

I paesi industrializzati (america in primis) si sono vantati per anni di attuare il fior-fiore del capitalismo perfetto. Con un dollaro investito oggi puoi essere un signore domani. Self-made man.

Io investo e rischio i miei soldi, li faccio girare, speculo e non ho bisogno di nulla, quindi voglio che tu stato mi chieda il meno possibile (altrimenti in italia ci si sente moralmente costretti ad evadere come disse un noto premier). Libera impresa in libero mercato. Non voglio controlli o ingerenze, il mio fine è il profitto e lo inseguo come meglio mi pare.

Non sono un privilegiato, se gli investimenti mi vanno male, da ricco milionario rischio di diventare da un giorno all'altro barbone, homeless. Sono sempre pronto, se accetto il sistema capitalistico, a pagare, dall'oggi al domani, magari per uno sbalzo del mercato dovuto a una bufala, prezzi salati.

Tutto questo per me ci sta. Non ho nulla contro chi rischia i propri soldi e cerca di trarne guadagno. Anzi, potrei persino averne ammirazione e rispettare un sistema meritocratico come quello capitalista.

Il problema è che però, quando i nodi vengono al pettine, che succede? Hai sbagliato? Paghi.

Qui invece no, tutti a tirare indietro la manina. Tutti a invocare lo stato salvatore. Tutti a urlare alla crisi, a chiedere in ginocchio di salvare l'economia, se no peggio per voi.

E lo stato cosa fa? Paga.

Cosa dovrebbe invece succedere per le regole del capitalismo? Chi ha sbagliato paga: le aziende falliscono e tutti a casa. Chi ha commesso atti fraudolenti in carcere (e non qualche mese, ma anni). La prossima volta eviteranno di fare ciò che hanno fatto. L'economia crolla? Pazienza. Questo è il capitalismo. A volte con 100 dollari fai un impero, a volte fallisci miseramente.

Alternative? Non dentro al capitalismo (se non in quello reale, col culo degli altri) (il nostro).

L'alternativa (fuori dal capitalismo cieco) ci sarebbe, ed è che lo stato paghi sì le banche, ma poi queste diventino di sua proprietà (nostre). In questo modo magari le stesse smetteranno anche di strozzinare i clienti con scoperti di conto corrente del 15% e interessi del 0,025%. Magari la smetteranno di rifilarci titoli bufala per lucrare coi nostri soldi. O almeno a guadagnarne sarà lo stato (cioè noi) e non qualche manager con stipendi milionari e responsabilità nulle.

Purtroppo questo non avverrà mai sia per l'ipocrisia di chi ha proposto e supportato questo modello di capitalismo "perfetto" (solo a parole) senza volerne pagare le conseguenze, sia per l'enorme potere e influenza politica che le banche ancora detengono, nonostante i presunti fallimenti e bancarotte.

Per finire una bella favoletta che ben riassume l'accaduto in termini monetari subito comprensibili per capire come finiranno queste "perdite in borsa" (che perde sempre ma non si sa mai chi guadagna).

Cosa succederà alla fine? Che per tutelare i 1000 euro che ho in banca dal suo fallimento dovrò spendere 1000 euro in tasse (o aiuti di stato) per salvare la suddetta banca. In sostanza non solo i miei 1000 euro non ci saranno più ma dovrò anche tirarne fuori altri 1000 sperando fiducioso che almeno questa volta li trattino meglio.

Business as usual.

domenica 5 ottobre 2008

Più sicurezza per tutti



La strategia di gestione dell'ordine pubblico pare finalmente essersi evoluta.

Dopo i lassismi di questa sinistra si è finalmente tornati all'ordine e alla sicurezza vere, modello "Genova 2001".

Ossia prima le botte poi (forse) le domande.

Il caso di cronaca che ha visto protagonista Emmanuel Bonsu è l'ultimo prodotto di una serie fortunata di avvenimenti probabilmente mirati a rilanciare l'immagine del nostro paese nel mondo e per guidarlo felicemente all'interno delle comunità internazionali e dell'europa.

Si tratta sostanzialmente di un misto di negazione dei diritti fondamentali dell'uomo, razzismo, malapolitica e malainformazione.

Ricapitoliamo i fatti.

Lunedi 29 settembre 2008. Parma. E' sera. Emmanuel Bonsu, 22 anni, ghanese, si trova nella sua scuola, l'Itis di Parma, per seguire le lezioni serali alle quali è iscritto. Entra in aula e appoggia qui la sua cartella, pronta per la lezione dell'ora successiva. Decide di fare due passi nel parco di fronte alla scuola, forse per prendere una boccata d'aria, forse per fumare una sigaretta, forse per altro. Uscito nel parco incontra alcuni individui, scopertisi poi agenti della polizia municipale in borghese. E qui le versioni divergono.

Secondo Emmanuel questi lo avrebbero bloccato alle spalle e cercato di immobilizzarlo. Lui avrebbe cercato di divincolarsi e fuggire da questi sconosciuti (magari rapinatori o peggio). Vi sarebbe stata una colluttazione in cui sarebbero sopraggiunti altri poliziotti in borghese e sarebbero riuscito ad immobilizzarlo. A questo punto avrebbero iniziato a pestarlo e insultarlo, per poi trascinarlo in macchina e alla centrale, continuando a percuoterlo nel viaggio ed anche arrivati.

Secondo la versione ufficiale della municipale i poliziotti si sarebbero invece presentati mostrando il tesserino e Emmanuel sarebbe scappato. Avrebbero cercato di fermarlo, ma questi si sarebbe opposto all'identificazione in modo violento, ferendo alcuni agenti. Questi lo avrebbero quindi arrestato e portato alla centrale e identificato.

Quel che è sicuro è che Emmanuel porta evidenti segni di pestaggio e violenze. Trauma cranico e contusioni varie, compreso un occhio visibilmente tumefatto. Secondo la versione ufficiale ottenuto inciampando e cadendo.

A questo punto il racconto di Emmanuel continua. In cella sarebbe stato fatto denudare e perquisito, per poi essere interrogato e trattenuto per ore, prima di essere rilasciato senza alcuna accusa. All'uscita gli sarebbe stata resa una busta con gli oggetti personali recanti l'epiteto "emanuel negro" (con una sola "m").

La spiegazione della polizia riguardo all'accaduto (e se ne sono susseguite diverse) è quella che i poliziotti in borghese stessero svolgendo un'operazione anti-droga e avrebbero voluto identificare Emmanuel in quanto sospettato spacciatore o complice dello spacciatore.

Al di là delle effettive indagini sull'accaduto che sono ancora in corso (si spera in mani più esperte di quelle della municipale), proverò a tirare fuori a caldo alcune opinioni.

Com'è possibile che un sospettato di un reato venga pestato a sangue, insultato e trascinato in centrale, dopodichè denudato e perquisito e rinchiuso in una cella (forse per fargli firmare qualche confessione), per poi essere rilasciato dopo qualche ora come nulla fosse?

In che razza di paese ci troviamo? Nel cile degli anni settanta?

C'è in italia una costituzione (forse alcuni se ne sono dimenticati) che garantisce diritti inviolabili a tutti i cittadini e i residenti sul territorio italiano. Diritti fondamentali dell'uomo. La costituzione garantisce inoltre diritti aggiuntivi proprio agli imputati di reato: diritto a vedersi contestato il nome del reato, potere parlare con un proprio avvocato, avere diritto ad un giusto processo, e così via.

Non essere pestato e insultato gratuitamente solo perchè sospettato di questo reato.

Senza poi parlare della componente razzista, che, nonostante a mio parere sia secondaria in questa storia rispetto al tema dei diritti umani, è parimenti scandalosa. Insulti di matrice razzista sia durante che dopo l'arresto. E se a sangue caldo, cioè durante le colluttazioni, siano "comprensibili" (ma non giustificabili), a sangue freddo, ossia durante gli interrogatori, la detenzione e il rilascio, non lo siano affatto, e tanto meno giustificabili.

Un sospettato di reato viene trasportato dopo l'arresto in centrale, e viene qui insultato con epiteti di stampo razziale. Lo stesso accade durante la detenzione e al rilascio viene apostrofato sui verbali, quasi "marchiato", con l'appellativo di "negro". Come ad evocare il triangolo blu apposto negli infausti campi per identificare gli immigrati.

Vi rendete conto?

Stiamo parlando degli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana, e di due dei più importanti diritti garantiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Non so se avete capito appieno..

Proseguendo in questa analisi non si può non parlare anche delle responsabilità politiche nella vicenda.

Si potrebbe parlare di quelli che sono, a mio parere, continui incitamenti xenofobi e razzisti che vengono continuamente lanciati da alcuni partiti (con la complicità dei media, di cui parlerò dopo), ma voglio sperare che in questa vicenda possano centrare poco. Centrare poco almeno nella vicenda dell'arresto di Emmanuel, che spero sia scaturita da un tragico errore.

Quello di cui si può sicuramente parlare è della pessima gestione della pubblica sicurezza da parte di questo (ma non solo) governo.

Anzichè proporre (e finanziare) seri riassetti del sistema poliziesco, volti a contrastare le sfide criminali del nuovo millennio (la più che mai florida mafia, i traffici di droga, la tratta delle bianche, le truffe finanziarie con crack multimilionari) si cerca di arrivare a un sistema da far west americano, con gli sceriffi che fanno rispettare le (proprie) leggi nel proprio piccolo villaggio con le buone o le cattive. Ricordate le "taglie" che poneva la Lega sugli immigrati sospettati di reato? O il poliziotto di quartiere? O l'esercito nelle piazze (con qualche soldatino di leva a farsi vedere in giro per il centro)? O gli attuali super poteri ai sindaci?

Questi sono i risultati.

Personale che, magari nonostante l'impegno, non è adatto ai compiti al quale è affidato. Non per malafede, ma per carenza di addestramento e organizzazione. Polizia municipale che anzichè salvare vite i sabati sera scambia studenti per spacciatori e li pesta per sicurezza. Carabinieri che con una manciata di persone e qualche vettura senza benzina devono contrastare organizzazioni criminali internazionali con fondi e conoscenze estesissime.

Insomma una disastrosa politica dell'apparire, che non porterà altro che disgrazie, e porterà in galera solo prostitute (non gli sfruttatori, che non si sa mai) e senzatetto. O indiani.

Infine i media.

Media come ad esempio quelli locali di Parma, che il giorno dopo all'accaduto si adagiavano sulle versioni della municipale, condannando Emmanuel come "palo dello spacciatore" e dicendo che a darsi del "negro" era stato lui stesso.

O media come quelli televisivi nazionali, che per anni ci hanno fatto (e fanno) percepire gli immigrati come un problema e non una risorsa, citando ogni possibile reato commesso da extracomunitari irregolari e tralasciando qualunque reato commesso da concittadini, e senza mai parlare delle organizzazioni che stanno dietro a questi criminali.

Media iper-garantisti verso criminali condannati in primo grado, in appello o addirittura in via definitiva per bancarotte e frodi finanziarie che hanno rovinato migliaia di famiglie, ma pronti a gridare all'assassino il giorno dopo che un ragazzino viene fermato non si sa per quale motivo, senza neanche un'ipotesi di reato sostenuta da una prova.

La loro responsabilità in questi avvenimenti è almeno paritaria a quella politica. Forse meno grave solo perchè "succube" di questa.

La domanda a questo punto è: dove dovremo arrivare prima di capire che è troppo? Ci sarà un qualche evento che ci farà svegliare e riprendere coscenza tutti?

O faremo la fine dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale, arrivati a non accorgersi delle tragedie di cui erano protagonisti perchè assuefatti poco a poco?

giovedì 2 ottobre 2008

L'arte del (far) parlar d'altro


Da qualche tempo dopo le elezioni pare che in Italia siano scoppiati una marea di incredibili problemi da risolvere, problemi che fino ad allora non sembravano così pressanti.

Nemmeno dalle campagne elettorali.

In ordine sparso: la necessità del maestro unico alle elementari, l'improrogabilità del grembiule a tutti gli studenti, le impronte ai rom, la prostituzione sulle strade...

Tutte cose interessanti, per carità. Sia dal punto di vista etico che culturale.

E noi lì, tutti a discuterne, ognuno con le proprie ragioni, le sue convinzioni: è giusto, non è giusto, ci vuole disciplina, ci vuole tolleranza, si risolverà il problema, non si risolverà, è la strada giusta, è la strada sbagliata, e così via.

Tutto in nome del dialogo sereno e del confronto. In pace e in amicizia.

Qual'è il problema in questo clima idilliaco?

Il problema è: a quanti di voi uno dei suddetti temi interessa realmente? Quanti di voi hanno scelto che schieramento votare a seconda di questi temi?

Quanti di voi ritengono prioritario allo stato attuale del paese (crisi latente) togliere le prostitute dalle strade? O quanti ritengono che nonostante l'aumento iperbolico dei prezzi dei beni sia utile parlare di grembiuli nelle scuole?

Più esplicitamente?

Che ve ne frega (o quanto ve ne frega) di questi temi? Immagino poco.

In ogni caso sicuramente alla maggior parte degli italiani interessano poco. Molti sondaggi effettuati (ad esempio http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/) danno un idea ben precisa dei temi di maggior interesse per gli italiani.

Costo della vita. Lavoro e disoccupazione. Rilancio dell'economia.

Questi sono i temi che interessano agli italiani, anche perchè sono quelli che li toccano realmente nel vivo.

E' quindi utile domandarsi: quali sono le risposte che questo governo sta dando a questi temi? O, quanti dibattiti e tavoli condivisi sono stati aperti su questi temi?

La risposta ad entrambe le domande è nessuno.

La realtà purtroppo è che questo governo non ha alcun interesse a parlare o a risolvere alcuno dei suddetti problemi.

Le priorità del presidente del consiglio (quelle vere, non i grembiulini o le prostitute) sono sempre le solite: bloccare gli ennesimi processi saltati fuori a suo carico, e salvare la sua roba.

Mentre il paese va a rotoli lui propone le seguenti riforme:

  • blocca processi, cioè bloccare 100000 processi ritenuti "di poca importanza" (compreso il suo) a favore di altri "di maggior allarme sociale"
  • lodo Alfano, cioè dare l'impunità completa alle più alte cariche dello stato (compreso lui) da qualunque processo penale
  • leggine salva rete 4, per salvare nuovamente rete 4, che da anni doveva sloggiare sul satellite, anche dopo le sentenze della corte europea e del consiglio di stato italiano
  • eccetera...

Tuttavia sa bene che i suoi elettori questa volta non gli perdonerebbero ciò che aveva fatto gli scorsi 5 anni, cioè i fattacci suoi.

Quindi, ecco quà il diversivo! Grembiuli nelle scuole, impronte ai rom, via le prostitute dalle strade.

Ci butta in pasto cose su cui discutere, che nemmeno si sà se verranno presentate in parlamento, o attuate realmente, e se avranno o meno una reale efficacia.

Quello che conta, è far parlare d'altro.

Tenere lontano gli occhi della gente mentre lui fa ciò che sa meglio fare: i suoi interessi.